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  • L'apparenza delle cose

    "Le cose sono là che navigano nella luce, escono dal vuoto per aver luogo ai nostri occhi. Noi siamo implicati nel loro apparire e scomparire, quasi che fossimo qui proprio per questo. Il mondo esterno ha bisogno che lo osserviamo e lo raccontiamo, per avere esistenza." Giovanni Celati, da "Verso La Foce" È da un po' che gioco che le macchine analogiche e la pellicola. È a pellicola che sto fotografando il mio primo progetto di ricerca e non so perché, non lo comprendo ancora fino in fondo, ma quando "ragiono a pellicola" il mio modo di vedere il mondo cambia. O forse no, non è questo, è che devo pensare di più, è che so che devo stare nel mondo del vedere, sedermi nei pensieri un attimo e trovare l'equilibrio tra il ragionamento tecnico, che oramai diventa sempre più veloce, e una specie di ruminare, quello che mi accompagna quando cammino da sola e guardo il mondo, rischiando costantemente di inciampare per la troppa presenza, o quella che Stephen Shore ha chiamato "attenzione cosciente". Ecco, la fotografia analogica mi permette di entrare meglio in uno stato di attenzione cosciente e forse, in parte, questo dipende proprio dal fatto che non sono costantemente distratta dal verificare cosa io abbia nella scheda di memoria, il mio ruminare sostanzialmente non si interrompe mai e resto concentrata nel mio mondo multidimensionale dove le cose sono come distribuite su ripiani senza nessun ordine, o in cassetti che si vanno aprendo di volta in volta ed io le vado scoprendo, ovvero mi appaiono come se fosse la prima volta. Le foto che andrò inserendo qui sono espressione del mio ruminare. Non c'è un editing e mi aspetto sarà tutto mutevole, mi limiterò a restare in "ascolto visivo".

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